PAOLO CREPET – Il reato di pensare
Il reato di pensare è un impercettibile filo spinato che inibisce la mente di chi ancora vorrebbe immaginare senza paura di pensare a ciò che sta pensando.
Da che mondo è mondo despoti, potenti, dittatori, ma anche semplici cittadini -basterebbe pensare alle relazioni sentimentali e familiari- hanno temuto il pensiero libero. La storia insegna che i conflitti sono nati per sradicare, impedire, punire chiunque abbia cercato di esprimere le proprie opinioni. Il linguaggio – ogni forma espressiva – è lo strumento più facile da controllare; non il pensiero che rimane spesso celato, alimentando sospetti, paranoie, dubbi su fedeltà e obbedienza, disponibilità alla sudditanza, propensione al tradimento. Per questo l’immaginazione è sempre più ricca delle parole, quindi insidiosa e potenzialmente pericolosa.
Se l’espressione libera del pensiero diventa un ostacolo a un futuro basato su nuovi dogmi, steccati ideologici, algoritmi inventati per controllare ogni sillaba, che fine faranno l’innovazione, il prodigio, la creatività che non si bada sulla replica?
Chi scoprirà le Nuove Indie? Chi troverà il coraggio di cercare l’originalità della nostra mente?
Per informazioni: www.charlottespettacoli.it